Chim. - L'insieme dei composti azoto-ossigeno, comprendendo
sia quelli che hanno proprietà di ossidi veri e propri, sia quelli aventi
proprietà di anidridi. L'azoto forma con l'ossigeno composti
corrispondenti alla valenza
formale (cioè solo stechiometrica) 1,
2, 3, 4 e 5. Questi composti hanno le seguenti formule e prendono i seguenti
nomi:
N
2O protossido di azoto o
ossidulo di azoto o gas esilarante o ossido di
diazoto
NO
o. di a. o ossido
nitrico; esiste anche in forma dimera
N
2O
2N
2O
3
triossido di azoto o anidride
nitrosa
NO
2 biossido di azoto;
la sua forma dimera N
2O
4 è detta tetrossido di
azoto; entrambe le forme possono anche essere dette
ipoazotide
N
2O
5
pentossido di azoto o anidride nitrica
Nel
seguito si utilizzeranno per ognuno di questi composti i diversi suoi nomi
indifferentemente, come è uso abituale. È però
raccomandabile l'uso del primo nome fra quelli riportati per ogni composto
(cioè protossido, ossido, triossido, biossido e pentossido) quando vi sia
pericolo di confusione. Le principali caratteristiche fisiche di questi composti
sono raccolte nella tabella a pie' di pagina. In questa tabella il peso
specifico è stato dato a una certa temperatura rispetto all'acqua a 4
°C; quando è indicato
aria è invece dato rispetto
all'aria a temperatura ambiente. Il peso molecolare è stato dato per le
forme semplici; per passare alle forme dimere basta raddoppiarlo. Oltre agli
ossidi ora citati è stata postulata l'esistenza anche di altri, quali il
triossido di azoto (esavalente) NO
3, l'
esa-ossido di
azoto N
2O
6, naturalmente le valenze indicate sono
puramente formali. Questi composti sono molto instabili e si formano solo in
condizioni del tutto particolari, essi si trasformano con estrema
facilità negli ossidi comuni (i cinque prima citati) per dismutazione.
Per alcuni di questi, come NO
4, l'esistenza è ancora dubbia.
Nel seguito si trascureranno questi ossidi in quanto hanno importanza puramente
teorica. Esaminiamo invece separatamente le proprietà particolari degli
o. di a. ║
Protossido di azoto N
2O: questo gas fu
scoperto da J. Priestley nel 1772; è incolore e di odore dolciastro. Non
può essere ottenuto per sintesi diretta dagli elementi; si forma invece
in certe reazioni di decomposizione di composti azotati. Così il nitrato
di ammonio lo genera per riscaldamento a circa 170 °C, decomponendosi
secondo la reazione:
NH
4NO
3
→ N
2O + 2
H
2O
mentre dall'acido nitrico si genera per riduzione
con cloruro stannoso in presenza di acido cloridrico, secondo la
reazione:
2HNO
3 + 8HCl +
4SnCl
2 → N
2O +
4SnCl
4 + 5H
2O
Il protossido di azoto è molto meno
reattivo degli altri
o. di a.; ad esempio per ossidazione è
difficile ottenere gli ossidi superiori. Inoltre la sua dissoluzione in acqua
non è accompagnata da reazioni chimiche, ma è un puro e semplice
assorbimento; la sua solubilità in acqua è alta: a 0 °C un
volume di acqua scioglie 1,03 g di N
2O; a caldo è un po' meno
solubile. Si scioglie bene anche in alcool etilico. È un composto
endotermico, la cui formazione è accompagnata da assorbimento di calore;
per contro la reazione di decomposizione negli
elementi:
2N
2O
→ 2N
2 +
O
2
avviene con emissione di calore e può anche
decorrere con andamento esplosivo. Per questa sua possibilità di
decomposizione il protossido di azoto può comportarsi da buon ossidante;
il fosforo e lo zolfo ardono in atmosfera di N
2O quasi come
nell'ossigeno, formando le rispettive anidridi e azoto. L'idrogeno in miscela
con N
2O forma un
gas tonante, che può esplodere secondo
la reazione:
N
2O + H
2
→ N
2 +
H
2O
molto esotermica. Formalmente il protossido di
azoto può essere considerato l'anidride dell'
acido iponitroso
H
2N
2O
2, un acido debolissimo non molto stabile.
Si è detto che la dipendenza è solo formale in quanto, mentre
è possibile ottenere N
2O ed acqua per decomposizione di
H
2N
2O
2, non è possibile ottenere questo
per idratazione di N
2O. Il protossido di azoto, se inspirato,
presenta una forte azione anestetica generale, che ha però breve durata;
per questo motivo è detto
gas esilarante ed è impiegato da
moltissimo tempo come anestetico generale. Di solito per questo uso non viene
impiegato puro ma in miscela con etilene o con ossigeno (10÷40%). Un altro
impiego di questo gas si ha nella formazione di schiume persistenti su acqua. Lo
si scioglie dapprima in questa sotto pressione indi la pressione viene ridotta
causando una schiuma (dovuta alle bollicine di N
2O che si liberano)
molto persistente. Per quanto riguarda la struttura molecolare di N
2O
è stato dimostrato che la molecola N
2O è
isostera (cioè ha la stessa struttura elettronica) della molecola
CO
2 (anidride carbonica). Si devono quindi attribuire alla molecola
N
2O le seguenti possibili formule di struttura
limite:
+N =
N – O
- -N = N ≡
O
+
fra le quali la molecola può oscillare.
║
O. di a. NO: l'
o. di a. o ossido nitrico si forma per
decomposizione in ambiente riducente degli acidi nitroso o nitrico, secondo
reazioni del tipo:
8HNO
3 + 3Cu
→ 2NO + 3Cu (NO
3)
2 +
4H
2O
Si può anche produrre per sintesi diretta
dagli elementi, secondo la reazione:
N
2 + O
2
→ 2NO
che però avviene solo ad alta temperatura
ed è notevolmente endotermica; per farla avvenire si devono fornire circa
42 kcal per mole di NO formatasi. Questa reazione avviene con una certa resa
solo a temperature molto elevate (2.000÷3.000 °C) per cui è
molto difficile condurla, dovendo fornire calore a dei gas che si trovano a
temperatura tanto alta. Questa reazione sarebbe il metodo più immediato
di utilizzazione dell'azoto atmosferico per la produzione di
acido
nitrico (V.). Si tratterebbe infatti di un
metodo di
azotofissazione (V.) artificiale,
con il quale l'uomo opera la trasformazione dell'azoto atmosferico,
inutilizzabile dalla maggior parte delle piante, in forma utilizzabile (azoto
nitrico). L'unico mezzo per fornire calore economicamente a gas ad alta
temperatura è l'arco elettrico. In effetti durante la prima guerra
mondiale, soprattutto in Germania, la produzione dell'
o. di a. col metodo
dell'arco elettrico ebbe una certa diffusione. Le rese di conversione
però erano sempre basse: solo il 2% circa dell'azoto contenuto nell'aria
fatta passare fra gli elettrodi dell'arco elettrico era convertito in NO.
Inoltre si doveva provvedere anche ad un rapido raffreddamento dei gas
contenenti NO in quanto questo durante il raffreddamento tende a decomporsi di
nuovo in ossigeno ed azoto. L'
o. di a. si forma anche spontaneamente
nell'aria atmosferica per effetto delle scariche elettriche durante i temporali;
esso poi si ossida ad NO
2 e da questo con l'acqua si ha formazione di
acido nitrico che cade insieme alla pioggia. Questo fenomeno fa sempre parte
dell'azotofissazione naturale. L'
o. di a. utilizzato per la produzione di
acido nitrico e quindi prodotto in grandissimi quantitativi viene invece
ottenuto per ossidazione dell'ammoniaca con aria atmosferica. Avviene la
reazione:
2NH
3 + 2½O
2 +
2NO + 3H
2O
che è fortemente esotermica. Le reazioni
successive che portano ad acido nitrico consistono in un'ossidazione dell'
o.
di a. ad ipoazotide:
2NO + O
2
→ 2NO
2
sempre ad opera dell'ossigeno atmosferico e in un
assorbimento di questa in acqua per formare acido
nitrico:
3NO
2 + H
2O
→ 2HNO
3 + NO
Come si vede, durante l'assorbimento si ha
formazione di NO; questo deve venire riossidato da NO
2 perché
si abbia la possibilità di trasformare anch'esso in acido nitrico
HNO
3. Se questa riossidazione non viene compiuta, accanto ad acido
nitrico si ha formazione anche di acido nitroso HNO
2, secondo la
reazione:
2NO
2 + H
2O
→ HNO
2 +
HNO
3
che è naturalmente indesiderata. L'acido
nitrico ottenuto da questo processo è diluito e può essere
utilizzato tal quale oppure dopo concentrazione. L'
o. di a., oltre che
essere solubile in acqua, si scioglie anche in diverse altre sostanze quali
l'alcool etilico, l'acido solforico e certe soluzioni acquose di sali metallici
come il solfato ferroso FeSO
4. In questo ultimo caso la soluzione
avviene per formazione di un complesso di coordinazione, composto da uno ione
ferroso che coordina una molecola di NO, dando quindi Fe(NO)SO
4 o,
scrivendolo in forma ionica:
[Fe (NO)
2+]
[SO
42-]
Un altro composto di coordinazione del ferro, il
Fe (NO)
4, detto
ferronitrosile, si forma per riscaldamento
moderato (circa 50 °C) di ferro con NO sotto pressione; si presenta in
cristalli neri. Anche l'
o. di a. è un ossidante: il fosforo brucia
in atmosfera di NO mentre lo zolfo vi si spegne. In miscela con il solfuro di
carbonio CS
2 brucia con fiamma azzurra molto luminosa, in presenza di
ossigeno lo NO si ossida velocemente ad ipoazotide NO
2; per questo
motivo una reazione che porti alla formazione di NO svilupperà vapori
bruni in quanto lo NO (incolore) appena a contatto con l'ossigeno atmosferico si
ossida a NO
2 (rosso-bruno); nelle reazioni in cui funziona da
ossidante non si riduce generalmente a N
2O ma direttamente a
N
2. Si può considerare formalmente l'anidride della
idrossilamina H
2N
2O
3; la decomposizione
di questa non genera l'idrossilamina. È un composto esplosivo in quanto,
come si è detto, fortemente endotermico. La reazione di
decomposizione:
2NO →
N
2 + O
2
può essere innescata ad esempio con
fulminato di mercurio e decorre come una vera e propria esplosione. Dal punto di
vista della struttura, la molecola dell'
o. di a. presenta una
configurazione tipica. Lo NO è una delle poche molecole cosiddette
dispari, cioè avente un numero dispari di elettroni di valenza (13 in
questo caso). La sua struttura non può quindi essere rappresentata nel
modo comune in quanto resta un elettrone spaiato. Questo spiega anche la
tendenza di questa molecola a dimerizzare, con formazione di
N
2O
2 o (NO)
2, per appaiare questi elettroni
spaiati. Allo stato gassoso l'
o. di a. esiste soprattutto allo stato di
monomero (gas incolore); allo stato liquido e solido esiste invece
esclusivamente allo stato di dimero (colore blu). Sempre per la presenza di un
elettrone spaiato che tende ad appaiarsi, l'
o. di a. presenta una
spiccata tendenza a formare lo ione NO oppure a perdere anche questo elettrone
trasformandosi nello ione NO
+; questi ioni sono detti
nitrosile; si conoscono diversi sali di nitrosile, anche molto stabili.
Un esempio è il cloruro di nitrosile (V. NITROSILE, CLORURO DI). ║
Triossido di azoto
N
2O
3: questo composto, alquanto instabile, si può
preparare per decomposizione controllata dell'acido nitrico in presenza di
anidride arseniosa; per idratazione si ottiene invece acido nitroso, onde
è da considerare a tutti gli effetti come l'anidride nitrosa e non
l'anidride nitrica. Si decompone con estrema facilità in ossido e
biossido, secondo la reazione di dismutazione:
N
2O
3
→ NO + NO
2
che è un equilibrio (in quanto facilmente
reversibile) ma molto spostato verso destra. Allo stato solido è
indecomposto (colore blu) mentre in quello liquido (ancora di colore blu)
è già parzialmente decomposto in NO + NO
2; allo stato
gassoso la decomposizione è completa (colore rosso-bruno). La miscela
stechiometrica NO + NO
2 che si forma dalla sua decomposizione viene
detta
vapori nitrosi; a 25 °C e pressione atmosferica, solo il 10%
circa delle molecole di N
2O
3 sono indissociate. Per quanto
riguarda la struttura molecolare dello N
2O
3, la valenza +
3 che l'azoto manifesta in questo composto è puramente formale. La
formula di struttura è la seguente:
avendo indicato con una freccia i legami dativi
(V. LEGAME CHIMICO). La vera struttura elettronica
della molecole in questione, è la
seguente:

ove un punto ha il significato di un elettrone
dell'azoto e il trattino il significato di un doppietto di elettroni
dell'ossigeno. ║
Biossido di azoto NO
2: questo composto
si forma con estrema facilità dall'
o. di a. NO per somma di
ossigeno, secondo la reazione già vista che è esotermica. Esso
può esistere sia allo stato di monomero NO
2 che allo stato di
dimero N
2O
4 ovvero (NO
2)
2. Il
monomero e il dimero possono trasformarsi l'uno nell'altro secondo la reazione
reversibile:
2NO
2 
N
2O
4
La posizione di questo equilibrio dipende dalle
condizioni operative e può essere facilmente rilevata in quanto
N
2O
4 è incolore mentre NO
2 è
intensamente colorato in rosso-bruno. Il solido si presenta incolore, e quindi
contiene esclusivamente N
2O
4; il liquido e il gas sono
invece una miscela del dimero e del monomero. Allo stato gassoso la
quantità di dimero presente all'equilibrio diminuisce rapidamente con
l'aumentare della temperatura: essa è il 50% del totale a 64 °C ed
è praticamente nulla sopra i 150 °C. Analogo effetto ha anche una
diminuzione di pressione. Allo stato liquido il biossido di azoto appare dotato
di una debole conducibilità ionica, dovuta a una parziale dissociazione
ionica secondo l'equilibrio:
N
2O
4

NO
+ +
NO
-3
con formazione di un catione nitrosile e un anione
nitrico. Questo liquido mostra pertanto alcune proprietà caratteristiche
dei solventi liquidi ionizzanti quali l'acqua, l'ammoniaca liquida, ecc. Il
biossido di azoto è molto reattivo; per riscaldamento si decompone
liberando ossigeno secondo la reazione:
NO
2 
NO +

O
2
Per gorgogliamento attraverso una soluzione di
alcali caustici si ha formazione di nitrati e nitriti, secondo una reazione del
tipo:
2KOH + N
2O
4
→ KNO
2 + KNO
3 +
H
2O
onde è giustificato il nome di
anidride
nitrosonitrica con cui è talvolta chiamato. È un fortissimo
ossidante: in un'atmosfera di NO
2 molti elementi (zolfo, fosforo,
carbonio, potassio, ecc.) bruciano come in atmosfera di ossigeno. L'ipoazotide
ha le seguenti formule di struttura, rispettivamente per il monomero e per il
dimero:
avendo come al solito indicato con una freccia il
legame dativo. ║
Pentossido di azoto N
2O
5: il
pentossido di azoto si può preparare a partire da acido nitrico per
azione di un energico disidratante quale l'anidride fosforica
P
2O
5 secondo una reazione del
tipo:
2HNO
3 +
P
2O
5 →
N
2O
5 + 2HPO
3
Questa reazione avviene per semplice distillazione
dell'acido nitrico in presenza di P
2O
5. Anche la reazione
inversa, cioè l'idratazione di N
2O
5 per dare acido
nitrico è possibile; di conseguenza il pentossido di azoto può
essere considerato sotto tutti gli aspetti l'anidride (nitrica) dell'acido
nitrico. È un composto molto instabile, che si decompone facilmente
secondo la relazione:
N
2O
5
→ N
2O
4 +

O
2
che può anche decorrere con violenza
esplosiva. Come tutti gli altri
o. di a., anch'esso è dotato di
energiche proprietà ossidanti. Allo stato liquido reagisce anche
direttamente con i metalli alcalini; ad esempio con sodio metallico dà la
reazione:
Na + N
2O
5
→ NaNO
3 +
NO
2
Allo stato gassoso o in soluzione di certi
solventi (quali il tetracloruro di carbonio CCl
4 o il cloroformio
CHCl
3) la molecola presenta la seguente
struttura:
mentre allo stato solido è dimostrato che
la struttura ha il carattere ionico di
nitrato di nitroile (il nitroile
è lo ione NO
+3)
cioè:
(NO
+2)
(NO
-3)
Questa struttura ionica, che spiega anche il suo
punto di fusione relativamente elevato, è presente anche in certi
solventi fortemente ionizzati quali l'acido solforico, l'acido fosforico e
l'acido nitrico.
Composto
|
Peso molecolare
|
Peso specifico
|
Punto di fusione
(C°)
|
Punto di ebollizione
(C°)
|
Colore
|
N2O
|
44,02
|
1,530 (aria)
|
-102,4
|
-90,7
|
gas: incolore
|
NO
|
30,01
|
1,0367
|
-161
|
-151
|
gas: incolore
|
N2O3
|
76,02
|
1,447 (2°C)
|
-102
|
+3,5
|
gas:
bruno solido:
blu liquido: blu
|
NO2
|
46,01
|
1,448 (2°C)
|
-9,3
|
+21,3
|
gas:
bruno solido:
giallo liquido;
giallo
|
N2O5
|
108,21
|
1,630
|
30
|
47
|
gas:
incolore solido:
bianco
|